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Villafranca d’Asti: addio agli alberi lungo la ferrovia e nel giardino del Valentino

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Molti di noi hanno ricordi legati agli alberi che ancora si trovano a fianco delle stazioni ferroviarie, nei giardini pubblici che spesso si trovano vicino alle linee ferroviarie e lungo i binari in aperta campagna: conserviamo almeno il ricordo, perché probabilmente non vedremo mai piú gli alberi: una circolare delle Ferrovie, inviata anche al Comune di Villafranca d’Asti, impone infatti in tempi brevi il taglio di tutti gli esemplari di alto fusto e dei boschi nelle vicinanze dei binari. (in questo momento sono già stati tagliati gli alberi ai Giardini del Valentino – ndr)

Angelo Porta, neo presidente del Circolo Legambiente Valtriversa, spiega: la legge 75 del 1980 vieta di far crescere piante di alto fusto ad una distanza dai binari minore della massima altezza della pianta stessa aumentata di due metri e richiede che i boschi debbano essere tenuti ad almeno 50 metri dalla ferrovia; e questo anche nei centri urbani. Su Internet si trovano centinaia di ordinanze emesse da molti Comuni italiani per richiedere ai privati di provvedere ai tagli, in ottemperanza alla richiesta delle Ferrovie.

Anche l’Amministrazione di Villafranca d’Asti deve eliminare tutti gli alberi a distanza non regolamentare, senza possibilitá di reimpianto. Gli alberi ancora esistenti alla Stazione, alcune vecchie querce nel giardino vicino alla casa di riposo e molti altri verranno abbattuti. Guido Cavalla, Sindaco di Villafranca d’Asti, ci ha comunicato, precisa Angelo Porta,  che “per quanto concerne la fila di piante presso il parcheggio della stazione ferroviaria, considerata la vicinanza delle stese ai binari, non è possibile ipotizzare un rimpiazzo nella stessa area ma verranno piantumate trenta nuove querce nelle vicinanze mentre, per le piante presso il parco del Valentino, la loro sostituzione rientra in un processo di reimpianto già avviato un paio di anni fa con la piantumazione già effettuata di oltre 40 piante di quercia rossa”.

Legambiente Valtriversa ritiene incomprensibile come una norma del 1980 venga applicata solo ora dopo quasi 33 anni, e fa notare le possibili conseguenze anche gravi sulle scarpate non piú mantenute dalle radici (le stesse Ferrovie hanno piantato acacie lungo le scarpate da quando é stata inaugurata la tratta Torino-Asti nel 1849 fino a pochi anni fa); inoltre è preoccupata perché i proprietari dovranno disboscare dieci ettari di terreno per ogni chilometro di ferrovia, come ad esempio nel tratto Villafranca-Villanova. E fa notare che all’estero le norme sono completamente diverse, ad esempio in Francia la distanza minima è 6 metri, con la possibilitá di aumentare a 50 metri solo per le aree soggette ad incendi.

Ippolito Pizzetti, grande maestro del giardino, ha scritto che gli alberi ai bordi delle ferrovie, dove l’aria viene smossa di continuo dai treni, hanno una vegetazione favorita. È una osservazione che tra qualche mese non sará piú possibile fare, almeno lungo la linea Asti-Torino.

 

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