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Raccolta fondi per salvare l’alneto di Santonco

Alneto Santonco-2019_foto_F_Correggia

Cari amiche, cari amici,
Vi invio questa mail di raccolta fondi per l’acquisto di un bosco relitto della Valtriversa di grande importanza naturalistica, con lo scopo di preservarlo definitivamente dalla mano dell’uomo. Di seguito la descrizione dettagliata dell’operazione e i link ai documenti di approfondimento. Mi scuso in anticipo per la lunghezza del testo originale di Franco che ho liberamente adattato, ma credo sia necessario indicare tutte le informazioni di dettaglio per permettere la corretta valutazione dell’importanza della raccolta fondi e dell’acquisto.
Articolo compreso nei “Quaderni di Muscandia” numero 10 del 2010
Articolo compreso nel libro di Franco Correggia “Ambienti naturali, ecomosaici e paesaggi culturali di un frammento di campagna astigiana” – ISBN 978-88-904036-0-6
Appello per la conservazione e salvaguardia dell’alneto impaludato di Santonco. – 2019

Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo deciso con Franco di attivare una sorta di crowdfunding tra tutte le persone che sono sensibili alla necessità di proteggere gli ambienti ricchi di biodiversità. Se siete in sintonia con noi e condividete l’importanza di mettere al sicuro quello scrigno di varietà vivente che è l’alneto di Santonco, vi chiediamo di versare un contributo (per piccolo che sia) a questo fine, effettuando un bonifico su uno (a vostra libera scelta) dei due seguenti conti correnti:

IBAN: IT19K0760110300000002661710 Conto corrente bancario presso Poste Italiane
Titolare conto: CIRCOLO LEGAMBIENTE VALTRIVERSA

IBAN: IT44E0306909606100000115558 Conto corrente bancario presso Banca Intesa San Paolo
Titolare conto: FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA

Nella causale va indicato con chiarezza: Erogazione liberale per la conservazione dell’alneto di Santonco.

Segnalo che le donazioni che verranno effettuate sono fiscalmente deducibili, ed è per questo motivo che abbiamo scelto la forma del versamento bancario tracciabile al posto di altre forme più moderne di raccolta fondi, ma con alcuni possibili problemi di deducibilità.

Alneto-ortofoto_2000_A4Di seguito il testo originale di Franco liberamente adattato:
Sicuramente conoscete Franco Correggia, attento naturalista di Mondonio, che da molti anni sta cercando di fare, insieme all’associazione Terra, Boschi, Gente e Memorie di Castelnuovo Don Bosco, quanto è umanamente possibile per sottrarre al saccheggio e tutelare in modo duraturo la rete di ambienti e biotopi in cui, con riferimento alla parte nord-occidentale del territorio astigiano, si addensano tuttora contenuti significativi di biodiversità, complessità ecosistemica e biogenetica e bellezza vivente. Un tentativo che, a fronte di una mole non indifferente di impegno e fatica, si è concretizzato nella realizzazione di un sistema integrato e modulare di microaree soggette a protezione integrale, costituito ad oggi da un mosaico di 15 microambienti (lembi di formazioni forestali naturaliformi, ambienti umidi lentici e lotici di fondovalle, erbosi aridi di sommità a elevata naturalità) che si estende complessivamente su una superficie di 40 ettari (e che per ora rappresenta l’unica quota di territorio nord-astigiano oggetto di concreta tutela per ragioni naturalistiche).

Oggi abbiamo la possibilità di aggiungere a questa collezione di angoli di territorio protetto un sito di straordinaria importanza ambientale, che individua un autentico gioiello naturalistico miracolosamente sopravvissuto tra le ondulazioni del paesaggio collinare astigiano. Si tratta di un alneto impaludato di ontano nero, racchiuso tra i boschi della regione Santonco del Comune di Piovà Massaia, una formazione forestale igrofila che rappresenta, in termini di varietà biologica e valenze ecologiche, uno dei siti più interessanti della provincia di Asti. Un ambiente antico, primario, ricco di biodiversità vegetale, fungina e animale (che include un vasto contingente di specie rare), indicato come habitat di interesse prioritario nelle direttive europee. E anche un luogo di speciale fascino e suggestione (conosciuto nella toponomastica locale come Lago Freddo, nome evocativo dalle vaghe reminiscenze tolkieniane), intessuto da una multiforme bellezza vivente. Ma anche un ambiente relitto vulnerabile e a rischio, non protetto da adeguate e incisive misure di tutela. Non mi dilungo nel descrivere il sito, ma per chi volesse approfondire allego due lavori (uno di Franco e uno scritto da Gianni Allegro e da Franco) che illustrano in dettaglio le caratteristiche bioecologiche dell’area in oggetto. Unisco in allegato anche un’immagine satellitare dell’alneto.

Trattandosi di un ambiente umido indisturbato, per anni Franco e la sua associazione hanno tentato di esplorare vie concrete per tutelarlo in maniera efficace (scongiurando il rischio dell’ingresso al suo interno di motoseghe, ruspe e mezzi meccanici) e per garantire la conservazione del suo valore ecosistemico. Finora le azioni intraprese non avevano avuto successo, ma oggi si è aperta una formidabile opportunità.

In primo luogo, Franco ha ottenuto un appoggio concreto e una collaborazione fattiva per la salvaguardia del bosco paludoso da parte del Sindaco e dell’Amministrazione comunale di Piovà Massaia, che stanno aiutando in modo attento e convinto.

Quindi, Franco ha avuto il privilegio di ricevere l’ autorevole e qualificata adesione all’appello per la salvaguardia di Santonco di 75 specialisti (accademici, ricercatori e studiosi delle scienze della vita di elevata caratura scientifica e grande prestigio) che hanno sottoscritto un documento in cui si sostiene l’importanza e l’urgenza di adottare misure concrete per la conservazione e la tutela dell’alneto impaludato e dei suoi contenuti di biodiversità. Trovate tale documento tra gli allegati.

Infine, pochi giorni fa, è arrivata la disponibilità di una parte dei proprietari delle aree che accolgono l’ontaneto a vendere le loro quote di terreni. L’alneto (superficie complessiva 12.330 mq), sul piano catastale, risulta costituito da 8 particelle distinte. Ad oggi, 5 di esse sono in vendita, per una superficie totale di 6480 mq. In altri termini, oggi siamo nella condizione di garantire la tutela integrale (attraverso l’acquisizione) di circa il 53% dell’alneto. Una volta consolidato questo risultato, esploreremo la possibilità di acquisire le restanti particelle. E’ del tutto evidente che ogni operazione di reale salvaguardia (che scongiuri in modo definitivo ogni rischio di manomissione o degrado) diviene più semplice e lineare laddove la proprietà in tutto o in parte dell’ontaneto venga assunta da un soggetto affidabile, per il quale la conservazione ambientale sia elemento centrale e costituivo della propria mission.
Il costo complessivo dell’operazione (acquisto dei terreni in vendita e spese notarili) è quantificabile in circa 6000 euro. Se riusciremo a mettere insieme questa cifra, più della metà dell’alneto sarà fin da subito al sicuro. In termini proprietari, il bosco acquisito verrà intestato al Circolo Legambiente Valtriversa ed alla Federazione Nazionale Pro Natura (due associazioni di livello nazionale che hanno come scopo la protezione dell’ambiente e la conservazione del patrimonio naturale e che dunque offrono una garanzia assoluta sotto il profilo della tutela), le quali diverranno comproprietarie al 50% del bosco impaludato acquistato.

Se metteremo insieme le risorse economiche necessarie, una parte importante (e forse, con il tempo, la totalità) dell’alneto di Santonco smetterà di correre rischi e sarà per sempre al sicuro. L’eventuale quota di contributi raccolti che dovesse eccedere la cifra necessaria a perfezionare l’acquisto dei terreni oggi in vendita sarà destinata (sotto la supervisione e il controllo delle associazioni proprietarie) all’acquisizione delle particelle rimanenti.

Se l’operazione di acquisto dell’alneto andrà in porto, l’area sarà ovviamente oggetto di protezione integrale, con attenta conservazione dei suoi contenuti di biodiversità. Non verrà apportato al sito alcun tipo di modificazione o alterazione. Con il tempo, saranno avviate le procedure e i percorsi in grado di implementarne, valorizzarne e amplificarne il significato conservazionistico (eventuale istituzione di un Sito di Interesse Comunitario, inserimento della valle impaludata nella rete Natura 2000, applicazione di misure di tutela su scala amministrativa locale, svolgimento di ricerche tecnico-scientifiche di tipo floristico, vegetazionale, faunistico ed ecologico, studio delle biocenosi, interventi di miglioramento forestale, ecc.).

Se condividete il nostro obiettivo, vi prego con tutto il cuore di darci una mano concreta a salvare per sempre un microscopico, ma tuttavia prezioso, frammento di biosfera. E’ una delle cose più importanti che vi abbia mai chiesto.

Grazie!

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